L’Associazione Internazionale Per Lo Studio Del Dolore – l’International Association For The Study Of Pain, IASP – definisce il dolore «come un’esperienza emozionale e sensoriale spiacevole associata ad un danno tissutale acuto o potenziale, o descritto in tali termini».
Il dolore può essere acuto – causato da traumi, lesioni ai tessuti ecc. – procedurale – indotto dalle cure, dai prelievi di sangue, dalle punture ecc. – oppure cronico – si parla di sindrome del dolore cronico quando quest’ultimo dura da più di sei mesi.
Da questa definizione si evince come il dolore sia innanzitutto una percezione – e non un fenomeno sensoriale come la vista o l’udito o il gusto – risultante da una componente percettiva legata alla trasmissione dello stimolo doloroso al cervello e da una componente legata all’esperienza che dipende esclusivamente dal soggetto e dal modo in cui costui percepisce e sperimenta la sensazione del dolore: la soglia del dolore – il limite, cioè, oltrepassato il quale una sensazione diventa dolore – è, infatti, puramente soggettiva.
La terapia del dolore – denominata anche terapia antalgica o medicina del dolore – si concentra sulle cause e sui trattamenti del dolore. Tiene conto delle diagnosi di tutte le specialità mediche, ma anche di approcci diversi per comprendere e conoscere meglio il paziente, come per esempio la sua biografia, la sua psicologia, eccetera.
La necessità della visita algologica in caso di dolore cronico e come si svolge.
Il dolore cronico è associato a molte situazioni, condizioni o patologie. Queste includono tra le altre:
- Malattia reumatica;
- Dolore post chirurgico;
- Dolore oncologico;
- Dolore artrosico;
- Emicrania e mal di testa più in generale;
- Conseguenze del fuoco di Sant’Antonio;
- Fibromialgia;
Alcune persone sono più inclini al dolore cronico e in tal senso alcuni fattori di rischio riconosciuti sono per esempio l’età, il sesso – sono maggiormente colpite le donne – nonché le categorie socio-professionali più a rischio.
Durante la visita con un medico algologo – o medico del dolore – costui procede a tutta una serie di valutazioni e indagini – nonché a ragionamenti sui dati che rileva – che possano condurlo alla formulazione di una diagnosi e ai possibili trattamenti terapeutici. All’anamnesi – la raccolta di dati riguardanti la storia clinica, familiare e personale dal paziente – fa seguito l’esame obiettivo generale e per i distretti sede del dolore: l’algologo valuta la postura, la mobilità e la sensibilità del paziente.
Dopo l’anamnesi e l’esame obiettivo – che devono essere il più esauriente possibile la prima, e il più rigoroso possibile il secondo – il medico del dolore conclude la visita informando il paziente sulle possibili opzioni terapeutiche e i loro vantaggi ed effetti collaterali, e impostando un programma terapeutico farmacologico o di terapia mini-invasiva previa informazione e consenso informato.
Nel caso il cui lo ritenga necessario, l’algologo può, invece, prescrivere ulteriori indagini diagnostiche di laboratorio o per immagini, così come può richiedere un’ulteriore consulenza specialistica.